20 novembre 2008

Ma come si parla, in Spagna?


A prendere il caffè delle 11:30-12, solito bar: El Falucho.

Seduti al bar i miei compagni di lavoro e capi, iniziano a parlare:
le donne, muovono molto le mani, e la parlata, che già ondula molto per i fatti suoi, è accompagnata da grandi occhiate, occhi sbarrati e movimenti della testa a sottolineare un concetto.
pèro que dices, mujer!” tutto dice, volto, occhi, testa a destra, opinione decisa.
E lui: “ja ja”, annuendo " pèro…." testa da un lato, braccia fino al busto, mani aperte verso l’alto, un po’ meno deciso, ma anche lui si sbatte.
E il ritmo segue, come a ping pong, boing, sempre quello.
E ancora…. “ Pèro (che non manca mai) tampoco…. ” e lì sembra che si arrabbino, ma no, è la forma aggressiva che è un tutt’uno con lo sbattersi, un’aggressività che ci sta mujer!
E a raffica opinioni decise. Sempre.
E Bea (Beatriz): lei, non sbatte mani, che rimangono invece in grembo n’cazzata-nera-decisissima, poco condivide, tutta una tirata di parlata iper-rapida, velocità supersonica.
E mi domando, ma parleranno qualche volta sul serio o parlano sempre così?
Lo dico perché c’è chi non mi sembra convinto nel parlare così, sarà una postura deciso-lavorativa?
E’ troppo precostituito, una scena che si ripete, e quando mai, non ci si ferma a pensare prima di parlare?
Talvolta è come se non parlassero mai sul serio, aria, esce solo aria, rapidissima. E un po’ è affascinate, dà del parlare un’idea leggera, nuvolette dalla bocca…pfuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu


Alla fine, però, che ne è venuto fuori?

Chitarre

Ho un amico qui che ama suonare la chitarra la sera, quando torna a casa, nella solitudine della sua stanza o con qualche amico intimo.... così mi sono così ricordata di una poesia di Bukowsky che mi fa sempre tanto ridere.....la verità è forse che fa ridere solo me, è abbastanza cinica....

CHITARRE

per fortuna non ci vengono a trovare in molti,
ma quando vengono,
a volte capita che qualcuno
noti la chitarra di mia
moglie appoggiata al muro
e allora la serata va in vacca.

“oh, una chitarra!”
“già”, dice mia moglie.
“ti dispiace?”
“ma figurati!”, dice mia moglie.
l’ospite va a prendere la
chitarra, torna, si siede e comincia a strimpellarla.
“oh, sai suonare?”,
domanda mia moglie.
“un pochino”.
l’ospite quindi comincia a suonare.
la voce e la chitarra ce le hai
vicinissime,
quasi sotto al naso.
è un brano tutto suo, sia le parole che la musica.

ci tocca il meglio di tutto.
l’ospite conclude.
“ma che bello!”, dichiara mia moglie.
e l’ospite comincia immediatamente a suonare e cantare un altro dei suoi pezzi.
a me mi fa
vergognare,
non so
perché.
be’, primo perché come canta non è proprio il massimo e
secondo perché le chitarre hanno un qualcosa che davvero non sopporto.

Adesso le canzoni arrivano una dopo l’altra.
non c’è modo di fermare l’ospite, lui, o lei, ha un repertorio vastissimo.
prima mi viene un capogiro, poi un po’ di nausea.
la musica continua. Mi pare che duri una vita.
alla fine sbotto:
“VI PREGO!
BASTA!”
l’ospite appoggia in silenzio
la chitarra sul tavolino.
“Hank!”, esclama mia moglie,
“che DIAVOLO ti prende?”
“non ce la faccio più”, rispondo io.
a quel punto l’ospite è già alla porta.
se ne sta andando.
“mi dispiace”,dice mia moglie.
“ma di che”, replica l’ospite accennando un sorriso.
poi lui, o lei, sparisce.
“senti”, dice allora mia moglie, “a te piace ferire i sentimenti altrui!”
“mi fa schifo la chitarra”,
rispondo, “solo la gente odiosa suona la chitarra”.
“abbiamo appena perso un amico!”
“e allora?”, dico
e ringraziando il cielo salgo al piano di sopra.

Da: Sotto un sole di sigarette e cetrioli

12 novembre 2008

A funghi- por Setas


Sono andata in giro per i monti della Galizia, per una festa della castagna (el Magosto) che sempre pare accompagnarsi ai funghi, quindi in giro per i boschi alle 9 del mattino di sabato gurdando sotto gli alberi, fra le frasche, molto molto divertente!