7 giugno 2011

Era tanto tempo fa?


“ …….e la cosa più brutta al mondo? la prima che vi viene in mente?” disse T..

“L’infelicità” disse Harrold senza pensarci.

“ Ma dai! Ci sono altre cose! le malattie per esempio; “l’infelicità”, ma che vuol dire? quella è una conseguenza di qualcosa!”. Disse A.

“ E quando invece è l’ inizio di qualcosa? Non è forse orribile? “. Harrold ci aveva pensato proprio quella mattina, mentre si asciugava i capelli, stirandosi in una ciocca morbida il ciuffo con una grande spazzola tonda. Ne era convinta, e la sua risposta valeva per quel gioco.

Era stato T. a decidere di giocare. Diceva che era annoiato e che quando si vedevano discutevano solo di cose superficiali, che non si andava mai a fondo di nulla; così, aveva inventato questo gioco in cui si facevano domande molto generiche su argomenti di ogni tipo. Sarà perché T. aveva impiegato 7 anni della sua vita per una laurea in veterinaria e si ritrovava a lavorare in un consultorio dove lo pagavano una miseria e dove non c’era molto da fare. Insomma, c’era proprio bisogno di andare a fondo.

Si incontravano ogni tanto a fine giornata a casa di lui, ma si conoscevano solo da pochi mesi.

Lei Harrold, Geraldine, non capiva; cosa aveva fatto fino ad allora della sua vita? Da poco e di colpo si era infatti accorta di trovarsi in una situazione impossibile.

L’infelicità di cui parlava l’aveva influenzata tutta la vita, senza sapere perché e in che modo fosse cominciata. Ma sapeva una cosa. Quando, condizionata dal suo stato, aveva deciso di fargli prendere una brutta piega alla sua infelicità, o se non altro, una piega in qualche modo. Di modo che qualcun’ altro, oltre lei, ne fosse a conoscenza e l’aiutasse. Il ricordo che aveva era di una piccola, breve, frase detta in un giorno qualunque, ed era bastato quello, perché, da quel momento in poi, tutto andasse a rotoli.

Aveva all’incirca 9 anni, e si trovava nella camera da letto della sua vecchia casa, sul suo copriletto a righe blu. Era primo pomeriggio, e lei aveva deciso di farla pagare alla sua famiglia. Fece semplicemente un piccio, si impuntò e gli fece un dispetto; voleva rendergli le cose difficili, come lo erano per lei; non ne era cosciente, ma voleva farsi notare, era triste e non l’aveva mai mostrato a nessuno prima, perché non sapeva come farlo. Da allora tutto divenne difficile con loro. Un circolo da cui era difficile uscire. Da che aveva memoria lei era sempre stata una bambina infelice, senza sapere perché, la sua vita era incominciata così. Ed era proprio quella la cosa più brutta al mondo.

E’ stato come fare un viaggio lunghissimo, in poco tempo.

Disegno di Mercè Lopez : www.mercelopez.blogspot.com

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